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"La caduta degli dèi". Presentazione del libreo di Francesco Pasca

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Descrizione

Il video

 Dal minuto 30: lettura di alcuni passi dell'opera di Francesco Pasca, "La caduta degli dei".

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Nell'ambito delle iniziative inaugurate dal Polo Bibliomuseale di Lecce con "Extra Convitto, più lib(e)ri in piazza", il Fondo Verri e l'Associazione Presìdi del libro presentano "Bazar - banco degli autori e dei poeti" 2020.

La serata, tenutasi il 26 settembre 2020, ha visto tre momenti. La presentazione dei un libro, il dialogo con 5 poeti, la presentazione di un CD musicale.

Qui è proposta la prima parte, la presentazione del libro "La caduta degli dei" di Francesco Pasca. Un libro che è strettamente legato a "L'ora di tutti" di Maria Corti.

Accanto all'autore un'amica intima di Maria Corti, la professoressa Giuliana Coppola. Grazie alla sua presentazione possiamo percepire meglio la bellezza de "La caduta degli dei".

Il primo video è un estratto adatto per chi non avesse tempo. È sempre difficile eliminare dei momenti di un evento che porta con sé bellezza e arte. Tuttavia ci provo. Il secondo video invece contiene tutto il momento della presentazione del libro.

La festa dei lettori è un'iniziativa promossa a livello nazionale dall'associazione "Presìdi del libro". Il titolo della festa del 2020 è "L'invenzione del presente".

Un titolo che è nato riflettendo sul lockdown.

Il presidente dell'associazione Fondo Verri, Mauro Marino, presenta la serata e subito dopo il libro. Il libro fresco di stampa porta un titolo, "La caduta degli dei", che si accorda perfettamente con il tema "L'invensione del presente".

"La caduta degli dei" di Francesco Pasca è un lavoro che dialoga in qualche modo con un altro libro, "L'ora di tutti" di Maria Corti. Si riflette su Otranto e sulle figure mitiche che in qualche modo hanno dato corpo all'opera di Maria Corti. Ma soprattutto è una riflessione sul presente, su quello che queste figure possono ispirare a noi oggi.

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Trascrizione del video.

Dialogo tra Francesco Pasca e la professoressa Giuliana Carrozzo. 

- Francesco Pasca:

«In questa storia ho tirato per capelli il mio amico Roberto Buttazzo. Non si è fatto male. Perché finita la quarantena mi ha detto che aveva lavorato su delle statuette cge raffigurano delle donne. Guarda caso in questo libro mi sono cimentato soprattuto nella descrizione di due donne. Due donne anche molto complesse, diverse ma uguali, che si rincorrono nella vita. Quindi ho pensato che era indispensabile che il libro fosse accompagnato dalle opere di Roberto Buttazzo. Queste hanno il loro senso di esistere, anche come numero, 7. Come le note, i colori. Suppongo che Roberto abbia dato dapprima il senso del percorso vissuto durante la pandemia.

Ovviamente il mio ringraziamento va anche a Mauro Marino. Un doppio ringraziamento: per aver organizzato la serata e per aver permesso l'uscita del libro. 

Sono poi accompagnato da Giuliana Coppola. Lei non è una donna qualsiasi. È una donna che ha vissuta spalla a spalla con Maria Corti. Ho pensato che Giuliana fosse l'unica persona adatta a spiegare Maria Corti.»

- Giuliana Coppola:

«Guardando le opere di Buttazzo, ho pensato che andrà bene leggere questa storia: "Solo l'innamorato dell'immobilità di una pietra sa. Ed è colui che semplicemente ne ascolta la storia. Di un muro detto immateriale sa che solo dall'immaterialità apparente si può comprendere."

Io sono arrivata ed ho pensato a cosa possono credere queste figurine che ci accompagnano. Cosa loro stanno pensando mentre noi siamo qui a parlare della festa del libro.

Ho pensato anche che ad un libro bisogna fare festa sempre. Se nella vita non ci fossero i libri e non ci fossero gli autori, noi saremmo estremamente soli.

Prima di uscire da casa mi sono chiesta se avessi dovuto portare solo il libro "La caduta degli dei" di Francesco Pasca o anche "L'ora di tutti" di Maria Corti. Ho pensato che Maria Corti non poteva rimanere da sola a casa. Perché Maria Corti aveva un po' il bisogno di credere ad una sua sua illusione: che le ombre hanno il diritto di essere sempre presenti.

Questo ha fatto Francesco Pasca: che le ombre, soprattutte quelle di Assunta, Colangelo e Idrusa, alcuni dei personaggi del "L'ora di tutti", d'un tratto diventassero di nuovo concrete, che apparissero di nuovo, che ci parlassero di loro, affinché superassero la dimenticanza e l'oblio. Niente di più atroce dell'oblio. E Francesco Pasca questo ha fatto: ha avuto il coraggio di sfidare l'oblio e di sfidare il silenzio.

Ho pensato a quello che spesso mi diceva Maria Corti: "Stai attenta Giuliana, niente succede per caso". Rileggendo "L'ora di tutti", ho trovato che Idrusa appare nella sua incredibile giovinezza di arcobaleno, così come pensano di lei gli otrantini, appare in quel 1479 un 26 settembre come oggi. Ed a Otranto era la festività dei santi Medici. Ho chiesto a Francesco se si era era ricordato di questa coincidenza. Francesco mi ha detto di no, che non lo ricordava. Allora questa è la conferma, ancora una volta, che non è solo un'illusione. Le ombre accompagnano i nostri passi e le nostre scelte. Ed è bene che Francesco abbia deciso di fare quello che ha fatto.

Francesco Pasca ha scelto questi protagonisti e gli ha scelti dando loro finalmente la libertà di essere altro. Perché Maria Corti, quando ha parlato di loro, ha dato loro voce di un pescatore, Colangelo, di una moglie di un pescatore, dolcissima moglie, Assunta, e ha dato voce ad Idrusa. Loro parlano con la voce, con il linguaggio, con le espressioni di otrantini.

Francesco Pasca gli ha estrapolati così che sono vere le sue parole quando dice: "L'ora di tutti" è il romanzo di noi salentini, di noi otrantini. "La caduta degli dei" di Francesco, ha fatto in modo che, i protagonisti legati al Salento, diventassero liberi di non esprimersi con il linguaggio del Salento. Li ha sollevati. Ha fatto in modo che il loro essere fossero aristocratico, estremamente colto, estremamente elaborato, estremamente studiato. Penso che Colangelo, Idrusa, Assunta, come ombre letterarie ma anche come forma e creazione letteraria, abbiano ringranziato Francesco Pasca. E penso che anche Maria Corti stia pensando a questo. Stia pensando , ed era un suo cruccio, che finalmente la sua scrittura non fosse legata all'immagine delle cicorie, all'immagine delle fave nette, all'immagine della torre del serpe. Finalmente queste figure escono e fanno un balzo in avanti. E lo fanno perché Colangelo, Idrusa e l'Assunta di Francesco Pasca non sono creature che parlano di sé, sono pensiero di pensiero. C'è un'immagine forte, bellissima. Colangelo ne "L'ora di tutti", ha paura perché non riesce a capire il motivo per il quale il suo paese deve essere assalito dai turchi. E c'è il buio. Il buio dell'insignificanza, del non capire perché gli dei sono così lontani. E se lo chiede e diventa pensiero di questo continuo chiedersi. Francesco Pasca scrive: "Accendo un pensiero e spero che come luce viaggi nello spazio infinito e poi questo pensiero riesca a vincere l'indeterminato". 

Allora tu Francesco, riesci a dare al pensiero che sta nel buio, la luce che di un altro pensiero che da un pensiero si genera. Ed è pensiero, finalmente, al di là della paura di Colangelo di non capire. E pensiero che forse nel buio si può capire il perché c'è sempre la speranza.

Francesco da ad Idrusa il perché ci si decida in un certo momento di scegliere il suicidio. E da ad Assunta la forza di accettare che le venga sottratto Alfio.

Questo ha fatto Francesco. Ma con una scrittura che non dobbiamo pensare che si possa leggere così. Francesco Pasca va meditato, parola per parola. Ci si perde ad un certo momento. Io mi perdo nell'astronomia di Francesco. Io non mi perdo ma perché non riesco. Ma bisogna meditarlo, studiarlo, pensarlo. E poi sedersi accanto alle mura. E poi andare a guardare di nuovo l'albero della vita. E poi stare a sentire i silenzi.

Un'altra cosa ho trovato ne "L'ora di tutti" che si aggancia con il titolo del libro di Francesco Pasca "La caduta degli dei". Non so se anche questo sia un caso o è stato voluto da Francesco. Maria Corti scrive per bocca di Colangelo: "Credo che cercassimo di capire qualcosa in quel silenzio, forse la vita. Ma non si capiva niente. Iddio stesso era lontano al di là del buio. Forse lui stesso non era felice e non poteva aiutarci". Ho tanto riflettuto. Ho pensato che se Francesco ha scelto di far cadere gli dei, forse è perché, ognuno di noi, al suo Dio, vuole chiedere il perché in alcuni momenti si perde la speranza e si ha voglia soltanto di andare via.

Per questo ti ringrazio Francesco.

Ed adesso, Francesco, ti chiedo perché la caduta degli dei, perché l'insignificanza della vita, perché hai pensanto di competere con "L'ora di tutti".»

- Francesco Pasca:

«Non ho sbagliato a scegliere Giuliana Coppola per parlarci di Maria Corti, di chi era Maria Corti, di cosa ha scritto Maria Corti, del perché il suo Dio è diventato uguale al dio che in qualche modo ho voluto tradurre.

Giuliana mia ha fatto una domanda molto difficile. In genere i titoli ci appaiono come fantasmi quando elaboriamo una scrittura. Non si parte mai dal titolo. Si cerca la storia, si cerca di capire come questa può essere scritta. Si cercano le motivazioni, probabilmente.

Ho cercato di parlare di queste due donne. E non vi nascondo che ho avuto molta più difficoltà di descrivere Assunta che non Idrusa. Idrusa mi è sembrata una donna della quale siamo abituati. Tutto quello che è diverso ci attrae. Tutto quello che è simile lo riteniamo scontato. Però quando andiamo a descrivere il normale troviamo difficoltà a descriverlo.

Ho trovato difficoltà a descrivere Assunta. Proprio in questa difficoltà è scaturito il titolo "La caduta degli dei". È la difficile esistenza dell'io. Perchè sono due persone, Idrusa e Assunta, ma il protagonista di entrambe è Colangelo.

Ho voluto scrivere il libro al femminile. Così come al femminile ho voluto dare l'unione di queste due donne con un'altra parola: ora.

Queste due donne sono l'unione. Colangelo, diciamo così, è la malta che unisce. Idrusa e Assunta sono le protagoniste della mia storia.

La caduta degli dei è proprio questa ricerca di capire la diversità che ci può essere la figura femminile.

A noi uomini ci piace osservare la donna, capirla, ci piace capire lo spirito che aleggia, che volteggia con gli atteggiamenti, con le stesse parole.

"La caduta degli dei" è questo. Il voler parlare di due donne molto molto diverse però anche uguali. Due donne rese diverse solo dalla figura maschile, Colangelo».

- Giuliana Coppola:

«Francesco, non ci hai detto perché hai pensato, in questo momento, a riprendere in mano "L'ora di tutti"».

- Francesco Pasca:

«È una storia iniziata 5 o 6 anni fa. Ultimata con il periodo del lockdown. Se non ci fosse stato questo fermo non avrei finito questa storia. Questa storia che mi portavo avanti da tanto tempo, che in qualche modo diventava una sfida per me. Ho fatto leggere queste cose anche a persone care, per capire se potevo o meno continuare questa strada. Non sempre ho trovato positività. Alcuni mi dicevano "continua" altri invece "ma che fai? Perché scrivi di una storia che non serve a niente, di una storia di personaggi ormai morti". Ma propri in queste parole ho trovato la forza. Perché questi personaggi non sono morti. Sono semplicemente andati a scontrarsi con una realtà che è un sogno. Il sogno di Maria Corti. Il sogno fatto attraversando la linea retta del fusto dell'albero della vita.»

- Giuliana Carrozzo:

«Un ultima domanda. Non è facile per me capire il tuo gioco sottile tra astri, numeri, astronomia, segni zodiacali. Come fai a creare tutto questo mondo affascinante? È legato ai tuoi studi? Sono le stesse cose che poi ritrovo quando a volte riesco a leggerti su Facebook. Sono cose complicate.»

- Francesco Pasca:

«Tutti i miei amici mi dicono che scrivo in maniera complicata. Non so perché quando leggo le mie cose le vedo estremamente semplici.»

- Giuliana Carrozzo:

«Per scrivere 1480, tu fai un gioco di numeri che uno non può leggere an passant. Dimmi come fai a giocare con queste cose, così abituiamo i tuoi lettori.

- Francesco Pasca:

«Mi accusano di essere una persona distratta. Ma la mia distrazione è dovuta al fatto che probabilmente penso ad altro.

A me piace osservare le cose. Non vorrei sembrare banale. Ma se trovo in uno spazio come questo, inzio ad immaginare come il posatore di questi mattoni abbia lavorato per ottenere questo e cerco di trovare la sua logica. Tutto qui. Mi chiedo perché il posatore ha messo un mattone piccolo accanto ad uno più grande. Cerco di trovare la sua matematica che possa corrispondere alla mia logica. Forse per questo sono distratto».

- Giuliana Carrozzo:

«Quindi chi leggerà deve abituarsi a questo: ad entrare nella tua scrittura».

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Luogo

Lecce, LE, Puglia

Video

Dettagli

ID articolo: 20
Visualizzato: 1611
Aggiunto: 27-12-2022 14:40:45
Scadenza: Non scade mai
In categorie: Eventi Passati

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