Incontro con la dott.ssa Lara Carrozzo, artista poliedrica, si descrive come una donna volitiva con tante passioni che ha voluto far diventare progetto. In questo nuovo appuntamento con la rubrica Ritrovandoci di NelBelSalento.it la dott.ssa ci spiegherà il modo originale con il quale si approccia ad uno dei tempi più caldi e seri di questo nostro momento storico: la violenza sulle donne e la violenza sugli uomini.
Lara Carrozzo è ideatrice e promotrice del progetto "Rete d'azione femminile e maschile - per dire no alla violena sulle donne". Un progetto che è stato accolto già da quattro Comuni della provincia di Lecce e che presto verrà accolto anche da un quinto, Covid permettendo, quello di Squinzano.
Lara Carrozzo sottolinea l'urgenza di attivarsi positivamente soprattutto su due aspetti critici di questa tematica.
La Video Intervista
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Trascrizione della Video intervista
Il primo e più importante è quello legato al dopo denuncia da parte della donna. Spesso, infatti, sottolinea Lara, la donna dopo aver denunciato il suo agressore si trova a dover far fronte ad un'altra dura realtà, quella del tribunale a cui è sottoposta la donna.
Il secondo aspetto non meno importante è dato dalla cattiva informazione che circola sull'argomento. Lara sottilinea che questo non è un puntare il dito contro i giornalisti, ma la sua preoccupazione si allarga a tutta la sfera della comunicazione in ambito sociale.
Per la dottoressa Carrozzo è indispensabile creare una rete tra individui e istituzioni per far si che le donne, ma anche gli uomini, possano uscire fuori facilmente dalla loro situazione drammatica prima che divenga tragica. «Solitamente - afferma la dottoressa - usciti fuori dall'ambientazione dove è stata esercitata la violenza, nella fattispece quella domestica, dove sussiste al convivenza (dove c'è il matrimonio o ancora peggio perché c'è il contratto, la legge e le istituzioni), si diventa dei veri e propri rifugiati nella società e la tanta agognata integrazione diventa veramente un fatto complicato.»
«Ci si dovrebbe poi interrogare sui reali rapporti che esistono tra un uomo e una donna. Se c'è amore nella coppia si ha sottomissione reciproca nel senso positivo. Cioè io mi sottometto a te perché ti amo, tu ti sottometti a me perché mi ami. Dovrebbero essere questi i presupposti dell'amore. Concetti che dovrebbero essere estesi alla società, alla comunità. Da qui è nato poi il concetto di un logo ad hoc dal titolo "La donna è armonia". Mi piace dare più responsabilità alla donna perché poi alla fine siamo artefici della maternità, dell'amore, della cura, della bellezza. Per me la donna dovrebbe essere la matrice vera dell'amore».
«Il concetto del rapporto tra uomo e donna è un concetto non si rifà alla parità o alla competizione. Vedo coppie, invece, che sono in competizione l'una con l'altro. Questo veramente mi intristisce perché credo che se veramente ognuno di noi antropologicamente non si sente donna e l'altro non si sente veramente uomo, con il ruolo che non è un ruolo rigido, dispotico, ma un ruolo assegnatoci alla nostra origine. Qualunque sia la vocazione, credo che basti riflettere sull'origine di tutto dell'uomo e della donna e credo che la nostra coscienza in questo modo si dovrebbe allargare molto molto di più.»
«Io non chiedo sensibilizzazione. A me interessa rivalutare il pensiero umano su base anche razionale. Voglio arrivare al cuore ma attraverso la coscienza».
«Per fare questo utilizzo alcuni strumenti come l'arte. L'arte parla al cuore. Gli artisti spesso sono scomodi per la società. Tanto è vero che faccio anche attività sindacale. Sono segretaria regionale della CISAL SACS, settore arte cultura e spettacolo, proprio per salvaguardare questa schiera artistica che è stata sempre maltrattata, tanto è vero che professionalmente secondo molti non esistiamo. Ed è una realtà che anche questa andrebbe rivalutata perché l'arte è ispirazione, l'ispirazione è vita e realtà superiore; se vogliamo l'ispirazione può esserci donata da Dio. Bisognerebbe rispettare un po' di più quello che proviene dall'anima, cioè l'arte. Il canto, la danza, le arti, le professioni, sono nobili realtà da recuperare. Sono educative, più educative di qualunque lezione che si basi su una didattica normale, su una soluzione di insegnamento schematico e metodico, oramai sempre più rigido: quello del computer, di inernet e interattive, che sicuramente da una parte ci aiutano e ci connettono con tutto ma, che fine fanno le nostre anime?»
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